venerdì 25 febbraio 2011

ahania


Mescolanza e varietà, troppo audace e mitica. Una visione inaccettabile. La rivolta del cielo, scaraventa giù stelle, le più belle, pescate nella maestosità dell'universo, diffidenti e incomprensibili si incidono fin nei più remoti angoli, si diffondono e trovano proseliti. L'accoglienza della terra che arresta l'entusiasmo, affina l'attitudine alla pazienza, si specializza nell'arte di calmare gli animi accesi: vi faremo sapere, lasci qui i suoi dati, vi faremo sapere… tranquilli, vi faremo sapere… Ci sarà pure un mecenate disposto a pubblicare le mie opere. Qualcuno di buon cuore che mi tenda una mano, tiri fuori l'indice e mi trasmetta quell'impulso vivificatore, io novella adamitica, ridotta sul lastrico, rovinata finanziariamente, nera di pelle e arsa nell'intima facoltà d'immaginazione. Eccolo il disegno simmetrico perfetto, ecco il lampo di fuoco degli occhi, l'afferro e l'impugno, è mio. Oserò slanciarmi e saprò tornare al momento precedente la genesi, quando eran mie le qualità terribili, prima ancora che l'artiglio tremendo potesse privarmene. Svelati, e vieni, al matrimonio perfetto, partecipa e conosci, risvegliati e accedi, attraverso la strada dell'eccesso, forza l'equilibrio, trasgredisci, supera dicotomia, saziati e nauseati, eccedi e liberati e avviene la gnosi.

Petrolio immoralista e soggiogata da Blake.


Se le porte della percezione venissero sgombrate, tutto apparirebbe all'uomo come in effetti è, infinito.

lunedì 21 febbraio 2011

gozu

ovvero: fastidio, tanto e ben servito. Insieme a una buona dose di ottimismo, un bel bicchiere di primitivo che trasformi la tavola in ruota di tortura, il coltellino da frutta in spada yakuza… so beautiful. Almeno per me, perché tutto ciò che sia poco percepibile, senza ribalta, corridoi privi di uscite secondarie in cui prendon forma incubi e allucinazioni, libertà di espressione e comunicazione scatenata, ecco quello è cinema, capolavoro. Ti stai agitando nella poltrona, avverto il ticchettio di indice e medio sul bracciolo, l'accavallare continuo di sinistra su destra, l'oscillazione di destra su sinistra. Io sono oppressa sulla mia sedia elettrica, vado a fuoco e mi sento inghiottita nel sac à poche per due ore, spinta dentro a forza, ne vien fuori una polpa saporitissima, agro-dolce, per palati disturbati, dì un po' hai usato la bocchetta più stretta? sluuuuuff, sapientemente mischiata, ingrediente tra gli altri, spruzzata di pepe, goccio di balsamico, evvia agitata, forte, potente, coerentemente pazza. Gira, gira, gira in tondo. Cerca, cerca, cerca il matto.

L’allenamento del sole e dell’acciaio, a cui mi ero dedicato per così lungo tempo, era dunque un’attività in grado di produrre quel genere di scultura fluida, e poiché il corpo così plasmato apparteneva strettamente alla vita, tutto il suo valore doveva essere riposto in ogni attimo di quello splendore. Perciò la scultura che rappresenta il corpo umano celebra con marmo imperituro l’essenza effimera della carne. Ne consegue che appena oltre, un attimo dopo, preme già la morte. La funzione del coraggio fisico consisterà sempre nell’accettare la sofferenza; in altre parole, il coraggio fisico è la fonte del gusto di capire e di assaporare la morte ed è anche la prima condizione della facoltà di comprenderla.
Yukio Mishima



Posso appena dire di aver vissuto...

lunedì 14 febbraio 2011

fammi vedere del male



Sembra che abbia un terzo occhio. Ma non quello caldo, amico e buono, no, uno gelido, violento e sadico. Mi fissa secondo uno schema ben preciso, intransigente e scioccante, da subdolo e consolidato predatore. Già dai titoli di testa so già come andrà a finire. Ma non è prevedibilità e mancanza di originalità… anzi, il fatto è che uno così non può diventare gentile, non deve, non vorrebbe mai, non saprebbe in assoluto. È una convinzione la mia. Bella e buona. L'avvertimento immediato e preparato della coscienza, prima terrorizzata e nascosta, poi venuta fuori, configura la sfida e l'accetta. Ognuno ha un ruolo, io quello della vittima, lui quello del rasoio. In mezzo tra me e quell'occhio si sviluppa e si riscrive ogni giorno la dichiarazione di guerra sopra una colonna sonora dolce e melliflua, che asseconda e riverisce, in contrasto, il masochista gioco, dà vita ad uno spettacolo mai accomodante, sempre inquietante. Il ragno tesse una intricata trama di compromessi e di tranquillità si nutre, dondolando cattivo su quelle infinite linee, mi risucchierà nel vortice dell'alienazione quotidiana e mi spingerà con metodo, estenuante, estremo, irrimediabile, verso le fauci dell'assuefazione. La più ingenua, una volta resasene conto, soccomberà senza alcuna possibilità di smascherare il mostro… era suo marito, il suo amante, il suo uomo, ora è un brutale torturatore, spento, impassibile, vuoto. Non è amore il tuo! Non scusarti, non lo sopporto. Ho giustiziato l'ultimo barlume di dignità, ogni parvenza di moralità; aspetto, osservo dall'esterno, assisto alla mia personale tragedia, convinta della mia estraneità. Sarebbe troppo indigesto e lacerante coinvolgermi e riconoscermi, esco dallo schermo, mi chiamo fuori in maniera anticipata rispetto alla parola fine… quella che stai colpendo non son io. No.

Deh, mentre chì'io mi lagno e giorno e notte,
o fere o sassi, o orride ruine,
o selve incolte, o solitarie grotte,
ulule, e voi del mal nostro indovine,
piangete meco a voci alte interrotte
il mio più d'altro miserando fine.

Isabella Morra

giovedì 10 febbraio 2011

cattivo appoggio

In fiamme, nell'incendio degli autunni
arde a volte il mio cuore,
puro e solo. Il vento che lo desta
tocca il suo centro e lo sospende
nella luce che sorride per nessuno:
quanta bellezza liberata!
Octavio Paz

Mi leverò una mattina e, disincantata come una cicala alla fine della notte insonne, mi lascerò sedurre dalle tue pagine, infiammare e spegnere, capovolgere e mescolare… a quattromila metri di altitudine cosa potrei pensare, sbrecciando il velo di nebbia che finge buio profondo, quando già è giorno fatto? Difficile… impossibile; il peso che accerchia e minaccia la mia testa, non scompare ed io appaio ebbra e deliro, non riesco a godere, non riesco a raccontarmi la trama, una gioia gratuita che non m'emoziona, non lascia nemmeno un minuscolo segno mentre tento, inutilmente, di strapparmi via la sbornia. Si festeggia laggiù, son sicura, sarò accolta e riverita, mi faccio irretire dalla sorpresa del capitolo secondo, nel quale si descrive così in dettaglio altezza ed elasticità del trampolino, mi precipito e arrivo fino al pontile, faccio appena in tempo a frenare: è troppo distante l'acqua, troppo freddo lo spruzzo ma l'istante e il salto sono una cosa sola; è necessario navigare, vivere non è necessario… prima d'esser un motto sporcato dai fascisti, era un sano detto latino.


Your blue eyeshadow it's not exactly blue though I refuse to call it anything but your blue

lunedì 7 febbraio 2011

I can see your future


… a prima vista, un'allucinazione e il momento più alto di tutta una vita. Si instaura una relazione molto profonda tra l'alba e il tramonto di quegli occhi. Questi ultimi sono letteralmente impazziti per la performance offerta dal vivo. Convegno amoroso, osmosi progressiva di sorrisi, sguardi, fruscii, un mondo di delicatezza e di incanto sempre più magnetico. Bisogna starci in mezzo e fare a mezzo per capire, per vivere e sentire la presenza intensa e possibile. Bisogna sgomitare e pestar piedi, come potresti altrimenti recensire, gustare la ricetta appena eseguita e giustificare la magia che si sprigiona? Così, solo leggendo e rileggendo, incontrando e scontrando, commuoversi e soffrire, platea birichina e religiosamente silenziosa, significare e sfregare, grattar via il superfluo e apprezzare. Che palla fondamentale. Rotea e si fissa sul tavolino tondo, apparecchiato per l'occasione, guardaaaaa! Lì sulla destra, ti muovi e sfoci in avanti. Mi stai suggerendo, mi stai dando appuntamento, segnalo e sottolinealo, cosicché non possa dimenticarmene, c'è l'estasi e l'affresco della forza bestiale, la poesia e il reinventarsi bimbi, il piacere di rivedersi oltre il vetro e l'avventura più grande, bis e tris per non perdere l'occasione del qualcosa che succederà. Mi son avvisata per tempo. Taglia l'erba che ci farà da cuscino, spazio verde nel quale le urla e gli spintoni ricalcheranno gremendo ma mai rovinando il momento… flebile e violento, eccelso e breve, consapevoli che si tratti dell'ultimo atto. Durerà poco, vorrai che non fosse mai finito: attimi che cristallizzano un intero, abbracci, fiocchi lenti. Nessuno avrà dubbi che io abbia detto la verità, fuoco di paglia, destino impagliato; aspetta e vedrai.

grazie a colui che m'ha mandato questa meravigliosa foto

venerdì 4 febbraio 2011

round and round

The stars are not wanted now: put out every one;
Pack up the moon and dismantle the sun;
Pour away the ocean and sweep up the wood;
For nothing now can ever come to any good.
W.H. Auden


Settembre mi fa venir sete di vendetta sul sole, ed è un'attesa incerta, m'opprime e incombe sulla mia testa; una soffocante aria, gonfia e carica di minaccia cupa e oscura, pesa, interroga e diffonde quella risposta ormai pronta a schiudersi: sta per piovere. Lampi, a dieci precisi secondi, tuoni vecchi e spettrali risuonano a decretare la fine dell'equivoco. Ne ho raccolte e accumulate, mitiche e atemporali, si rincorrono e si sviluppano, sospese e gravide di eventi e conseguenze. Non distinguo più attorno a me i confini geografici e realistici della mia culla natia, mi rinchiudo, tutt'una con la corazza del destino fragile, della mia età, lontana e vicina, tragedia umana valida in ogni epoca, in ogni luogo del mondo, sono io stessa allegoria, simbolo e metafora. Il tempo non aspetta. Non posso più fuggire. I miei occhi vedono il cambiamento, sentono la nuova posizione, scelgono e risaltano il ruolo e le decisioni, sopprime l'incongruenza e il paradosso, mutando finalmente il corso degli eventi. Eccola. Arriva, dilaga e si propaga, bagna e colora, macchia e purifica, riconcilia e vivifica. Sciolta e trasfigurata. Aspersa e benedicente. Accade, ma non ancora… tutto confuso, tutto nuovo e ricreato. O Amore apre il cerchio e buca nel nero uno spiraglio di luce, si riapre la vita e s'imprime in una nuova direzione non ancora battuta.

dal 2006 (Loco - Settembre)